L'Ottavo Simposio Mondiale sugli OVNI svoltosi a San Marino nel mese di giugno 2000, è stato teatro di importanti eventi in campo ufologico ma, per molti, verrà ricordato anche come il trampolino di lancio per nuove iniziative e progetti che segneranno, credo in maniera rimarchevole, lo sviluppo di nuove metodologie di indagine e di monitoraggio del territorio. In particolare mi riferisco alla proposta di un Protocollo di intesa sulle metodologie di indagine tra Ufologi e Astrofili, da tempo impegnati nel controllo del cielo, anche se con fini diversi. Con tale proposta, per la prima volta, avranno la possibilità di confrontarsi su fenomeni naturali, molto spesso artificiali e qualche volta non convenzionali, che non dirado hanno l'opportunità di osservare.
La proposta elaborata e presentata durante l'ultimo Simposio, getta le basi per una collaborazione tecnica, con metodologie di osservazione e di raccolta dati, all'indomani di un avvistamento, già diventato emblematico, che ha visto coinvolto il nostro Gruppo Astrofili "N.Copernico" di Saludecio (RN) nel gennaio 1997, la cui storia, insieme alle circostanze ed immagini è già stata pubblicata su questa rivista (UFO NotiziarioN.3 lug-ago1999).
L'interesse suscitato da quell'evento non fu certo per la spettacolarità o per la performance di macchine volanti straordinarie ma dalla rilevazione, anche fotografica, di un fenomeno per tutto identico alle centinaia di segnalazioni provenienti dalla arcinota valle norvegese di Hessdalen.
Il caso fu tenuto per così dire al "caldo" per due anni prima di essere reso noto, anche perché chi scrive, oltre ad appartenere al Direttivo CUN, è anche direttore dell'osservatorio in questione e perfettamente consapevole di eventuali ripercussioni a livello di immagine in un ambiente, quello degli astrofili e più in generale astronomico, dove non sempre chi vede strane cose in cielo viene poi accreditato.
In ogni caso, le testimonianze provenivano da personale qualificato, durante una sessione di lavoro al telescopio, del gruppo di ricerca supernovae e le costanti che emersero durante l'inchiesta, insieme all'analisi fotografica delle foto, riportavano sempre e comunque alla fenomenologia di Hessdalen, quindi si decise di comune accordo di rendere noto l'accaduto.
GLI SVILUPPI
Il costante interesse per ciò che accade in Norvegia da parte della comunità scientifica internazionale e l'inevitabile correlazione con una notevolissima fetta di certa fenomenologia ufologica, doveva sfociare inevitabilmente in un confronto, da una parte tra gli scienziati (non molti per la verità) che apertamente e con vero spirito di ricerca e di sacrificio dedicano tempo e denaro (in buona misura anche proprio) allo studio di questo misterioso ed inquietante fenomeno e, dall'altra, con chi da anni, in maniera seria e con metodo, sta documentando una fenomenologia che servirà a mappare, sotto un unico denominatore, il fenomeno delle fantomatiche luci nel tentativo di far emergere eventuali "costanti" che a mio avviso si nascondo dietro tutti i siti mondiali dove, oltre alla Norvegia, si ripetono le apparizioni con le stesse modalità, caratteristiche e frequenze.
Il progetto CROSS dell'Osservatorio Copernico.
Il progetto CROSS (Copernico Radio and Optical Skywatching System), è nato a seguito di una fitta serie di incontri avuti durante l'estate di quest'anno con l'astrofisico Massimo Teodorani, l'ing. Montebugnoli (responsabile del SETI Italia, Radiotelescopio di Medicina- CNR) e l'ing. Jader Monari ricercatore elettronico. del CNR, che lavora anch'egli presso i laboratori del radiotelescopio di Medicina ed all'Ing. Vedruccio dell'ISMOE dell'Univ. di Urbino.
L'idea iniziale del gruppo astrofili di soddisfare esigenze ed aspirazioni orientate verso il settore radioastronomico, da affiancare come esperienza nuova alle tradizionali ricerche nel campo ottico, è stata modificata, come anticipato poc'anzi a seguito dell'avvistamento avvenuto presso il nostro osservatorio nel gennaio 1997. Questa particolare concomitanza di fattori ci ha fornito un motivo ancora più stimolante per intraprendere la strada nel campo radio, nelle frequenze VLF (Very Low Frequency).
Il programma, che prevede il monitoraggio dal nostro osservatorio dei luoghi dove in passato si sono verificati altri avvistamenti di questa tipologia di luci, ha l'obbiettivo primario di verificare se gli avvistamenti di cui sono stati testimoni alcuni astrofili in organico nel nostro osservatorio, hanno le caratteristiche di ripetitività e/o periodicità e, in caso affermativo, stabilire delle correlazioni con le misure effettuate dalle varie spedizioni scientifiche in Norvegia, in particolare durante l'ultima di agosto chiamata "EMBLA2000", durante la quale sono state messe a punto e testati nuovi analizzatori di spettro multicanale che, collegati ad antenne di nuova concezione, hanno permesso di captare anomali e incomprensibili segnali radio durante l'apparizione dalle misteriose luci.
La strumentazione che il nostro osservatorio andrà ad installare nei prossimi mesi sarà, in parte, la stessa di quella installata nella famosa blue-box, all'inizio della valle di Hessdalen. Tutto ciò è condizione essenziale per ottenere, in caso di successo del nostro programma di skywatching, gli stessi parametri utili per un confronto diretto.
La strumentazione
Cercando di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, ed in considerazione del fatto che la ricerca nelle frequenze radio rispetto a quella ottica, comporta delle differenziazioni di tipo tecnologico notevoli, anche se cambiano solo le lunghezze d'onda, la strumentazione iniziale dovrà comunque e necessariamente soddisfare tutte le esigenze del programma con un occhio ai costi. La configurazione di partenza prevede un sistema di controllo video servito da un software in grado di riconoscere ogni variazione nello scenario precedentemente memorizzato come campione e quindi in grado di salvare solo quel frame con data e ora. Questo controllo è utile da un punto di vista quantitativo e statistico, potendo lavorare anche e soprattutto in automatico ma, ha lo svantaggio di non poter offrire nessun tipo di dato scientificamente utile se non per una stima visuale del fenomeno.
La componente radio invece rappresenta la vera e propria "sorveglianza" scientifica perché dovrebbe consentirci di registrare, in caso di avvistamento, gli stessi segnali ottenuti dalla strumentazione installata a Hessdalen.
Il sistema prevede una o più antenne o un sistema di antenne, appositamente studiate con un ricevitore di tipo INSPIRE con un range di frequenze da 50Hz a 110 Khz, un Computer con processore PentiumIII dotato di scheda Sound Blaster e software di elaborazione Grahm ed un registratore audio per l'archiviazione dei segnali. Questo per partire!
Ovviamente il sistema prevede delle implementazioni che prevedono apparati riceventi multicanale più complessi e che aggiorneremo in un secondo momento, grazie sempre al contributo tecnologico scientifico degli scienziati che ho citato precedentemente.
La casistica locale.
Non avendo mai attuato alcun programma di monitoraggio o di sorveglianza, non possiamo determinare se i fenomeni luminosi a cui abbiamo assistito nel gen. 1997 (foto F01 e ingrandimento F02) rispondono ad una certa periodicità o meno. Di conseguenza il programma di monitoraggio intrapreso riguarda il futuro. Le metodiche ufologiche però sappiamo bene che prevedono per lo più ricerche retrodatate. Da qualche tempo sono in atto da parte del CUN Rimini ricerche per tentare di ricostruire da un punto di vista storico, se il nostro entroterra è stato oggetto in passato di avvistamenti e segnalazioni analoghe, riguardanti questo particolare fenomeno luminoso e/o associato a casi UFO.
F01 F02
Considerando come periodo di riferimento il mese di gennaio 1997, mese in cui sono state osservate le ultime luci dobbiamo risalire agli inizi del anni novanta per ritrovare rapporti di testimoni, tra cui altri astrofili, che sempre dalle colline sopra la città di Cattolica raccontano l'apparizione di strane formazioni di luci rossastre danzanti sulla costa a circa 10-15 gradi di altezza sopra l'orizzonte. Potrà sembrare poco però anche questo dato è in sintonia con le statistiche norvegesi che riportano i picchi di massima attività all'incirca ogni 7-8 anni.
In questo contesto quindi stiamo ricercando a livello nazionale ogni indizio possibile per individuare luoghi con queste caratteristiche ricorrenti. E' un lavoro che richiederà qualche tempo, ma contiamo sulla collaborazione dei coordinatori regionali CUN che a questo punto sarà preziosa.
I primi risultati comunque non si sono fatti attendere. Le Marche, regione notoriamente "calda" sotto il profilo ufologico, tramite la sua coordinatrice regionale Fabiana Fiatti, ha già fornito alcune immagini di indubbio interesse provenienti dall'entroterra pesarese, località Frontone dove, con un certa periodicità, testimoni fotografano da anni forme di luci globulari, apparire sui pendi delle colline circostanti.(foto 1) così come le immagini provenienti da una località presso Roma, Madonna delle Tre Fontane, ci mostrano nel dettaglio sia luci singole (foto 2a/b ), che formazioni come questo treno di 5 luci globulari (foto3) che appaiono concatenate, piuttosto comune nella casistica norvegese.
F1 F2a F2b
F3
Ovviamente queste immagini costituiscono solo l'inizio di una ricerca e non possono dire nulla di più, anche se le analisi digitali che sono state effettuate, al momento, ci danno almeno il conforto della genuinità da un punto di vista tecnico fotografico.
Per concludere.
Su questo particolare fenomeno delle cosiddette "luci di Hessdalen", credo di esprimere opinione comune dicendo che da una parte non possiamo non notare come la comunità scientifica internazionale, in un malcelato imbarazzo, stia cercando di costruire un modello teorico che soddisfi, con le attuali conoscenze, la complessità di un fenomeno che si manifesta da circa 20 anni. Anche se con una frequenza di avvistamenti in costante diminuzione, Il fenomeno sta rivelando caratteristiche inaspettate, con elementi aggiuntivi che tutto fanno pensare tranne che alle prime ipotesi di lavoro legate alle interazioni di particelle solari con l'alta atmosfera o a plasmoidi di natura prettamente elettromagnetica.
Gli esperimenti portati avanti dai ricercatori norvegesi, con i tentativi di interazione, attraverso fasci laser puntati verso le luci, hanno dimostrato una reattività inaspettata da parte delle luci stesse, con comportamenti da parte di queste ultime assolutamente inspiegabili per un fenomeno naturale, come quello di "rispondere" alle sollecitazioni luminose spegnendosi e riaccendendosi con la stessa frequenza.
ll consueto e comprensibile tentativo della scienza di ricondurre il tutto nei rassicuranti scenari di un fenomeno naturale a tutt'oggi sconosciuto, questa volta dovrà scontrarsi con una realtà molto più complessa, sempre meno legata a fenomeni naturali, con dinamiche sempre meno riconducibili alla casualità e sempre più legati a comportamenti apparentemente "intelligenti".
Gianfranco Lollino
(Osservatorio "Copernico" di Saludecio)