La Rete 471
29 settembre 2004
Bollettino aperiodico informativo del Centro Ufologico Nazionale
Morto Mack - UFO a Lecco - Crops in Emilia e Lombardia - Batteri marziani -
Alieni in Sardegna?
LA MORTE DI JOHN MACK
John Mack, il noto psichiatra di Harvad noto per i suoi studi sui rapimenti UFO, è morto
due giorni fa a Londra, in un tragico incidente stradale. Il celebre studioso stava
attraversando una strada e, evidentemente dimentico del fatto che in Gran Bretagna la
circolazione delle auto è in senso inverso rispetto al resto del mondo, è stato
investito da un camion. Portato in ambulanza, è deceduto poco dopo. La notizia ha fatto
in breve il giro del pianeta via Internet; nostri contatti in Francia e America ci hanno
confermato, sfortunatamente, che non si tratta di una burla di cattivo gusto, ma di una
tragica realtà. Con la morte di Mack, che grazie alla propria autorevolezza aveva saputo
conferire dignità accademica allo studio degli IR-4, resta decapitata la ricerca
statunitense sugli incontri ravvicinati del quarto tipo.
Questa è, purtroppo, una di quelle notizie che non avremmo mai voluto dare.
Collaborazione di Roberto Pinotti.
TORNANO GLI UFO NEL LECCHESE
di Antonio Manzoni - Escalation di notizie ufologiche nel lecchese, puntualmente riprese
dalla stampa locale (con tanto di citazione del CUN e dei nostri siti Internet); la più
recente, risalente ai primi di settembre, riguarda un signore di Bosisio Parini che, di
sera, ha notato nel giardino della sua villa "delle strane luci che si muovevano nel
giardino". "Subito ho pensato ai ladri, visto il periodo e la posizione della
casa, distante da altre abitazioni". Il telegiornale locale ha girato un servizio,
nel quale il testimone ha riferito di avere preso la pila e cercato di "beccare i
ladri". "Ma alla fine mi sono accorto che le luci non erano pile e non erano
tenute in mano da alcuna persona". Il mattino seguente, in giardino, il testimone ha
notato degli strani segni sparsi qua e là, "come palle da tennis con l'erba di
colore diverso, che in alcuni punti cresce diversamente, con colore differente; ed è
anche più grassa". Il testimone ha domandato al giardiniere se potesse trattarsi
degli effetti di qualche concimazione del terreno, ma il giardiniere lo ha escluso.
E CERCHI NEL GRANO IN EMILIA ROMAGNA
Un agroglifo, identico a quello comparso in un campo di grano a Panocchia nel giugno
scorso, è apparso nella notte in un campo di erba medica a Coloreto (PR). "E' la
prima volta nel mondo - spiega il biologo, e ufologo del Centro Ufologico Nazionale,
Giorgio Pattera - che si ripete un pittogramma uguale, si tratta davvero di un fatto
eccezionale" . Il disegno riproduce cerchi incatenati, e la gente si affolla sul
posto. Si trova in un campo, a soli 150 metri dalla strada, ma non è visibile dalla
carreggiata. Se ne è accorto il titolare del podere, ma solo quando ha visto l'erba
schiacciata in modo strano, innaturale. Naturalmente nessuno, tra gli abitanti della zona,
ha visto né sentito niente di strano. Si parla di UFO, di presenze aliene, ma Pattera
invita alla cautela. "Questo pittogramma - dice il biologo - è di dimensioni minori
rispetto a quello di Panocchia, e leggermente più impreciso, ma il disegno è
inequivocabile. I tre cerchi non sono uguali né perfetti. Quello più a sud ha un
diametro di 6 metri e 10, come quello verso nord. Quello più a est ha invece un diametro
di 6 metri e 80 centimetri. Ora dovremo analizzare l'erba medica piegata, e ci vorranno
almeno una decina di giorni. Tuttavia, se per l'episodio di giugno avevo espresso un
parere "a caldo" di 50 per gli ufo e 50 per qualche buontempone, questa volta
sento di sbilanciarmi maggiormente anche prima delle analisi. L'ipotesi dello scherzo
"umano" è senz'altro più consistente. Forse sono addirittura le stesse
persone, che non hanno nemmeno voluto fare uno sforzo di fantasia in più. In questa
stagione il grano è già stato mietuto, quindi, chiunque sia stato, ha dovuto ripiegare
sull'erba medica. E' molto curioso però che a tre mesi esatti di distanza e nella stessa
zona si ripeta un agroglifo uguale, realizzato solo in scala minore".
Ultim'ora: il dott. Pattera ci ha comunicato telefonicamente di avere condotto diversi
esami in laboratorio, giungendo alla conclusione che si è trattato di opera umana.
Fonte: Articolo di Cecilia Benaglia su La gazzetta di Parma del 22-9-04. Un particolare
ringraziamento al dott. Giorgio Pattera per la collaborazione prestataci e per gli
aggiornamenti telefonici in tempo reale.
CERCHIO NEL RISO A VIGEVANO
Credevamo fosse finita, ed invece no. Due misteriosi cerchi, uniti da un camminamento (e
con un evidente solco di ingresso, a lato) sono stati scoperti in un campo di riso tra
Vigevano e Novara. Ed è già caccia agli UFO in Lomellina dopo l'avvistamento dei due
cerchi disegnati in un campo di Garbagna Novarese, al confine tra Piemonte e Lombardia. A
notarli il pilota di un ultraleggero partito da Vigevano. Recintato il campo ad opera dei
carabinieri, alcuni campioni sono stati inviati all'Università di Pavia. Nel frattempo,
il proprietario del campo, che ha dato la colpa ad animali notturni, si è detto pronto a
tagliare il raccolto (ma le ultime notizie dicono che avrebbe tagliato il resto del riso,
ma non quello che compone i due cerchi). La notizia è stata riportata sia dal Tg3
Lombardia che dal Tg Studio Aperto. Le immagini mostrate, con primi piani di piantine
calpestate, inducono a pensare ad uno scherzo.
Lunedì 20 settembre Emiliano Ochetta, collaboratore del CUN Lombardo, si è recato sul
posto ed ha trovato il campo con l'aiuto di alcuni pescatori; ha scattato foto ed eseguito
tutti i rilevamenti del caso. "Il campo in ogni caso è stato tagliato completamente
tranne la parte in cui è presente il crop; non so il motivo di questo", ci ha
confermato.
Collaborazione di Giorgio Pattera, Andrea Rovelli, Marco Guarisco, Emiliano Ochetta.
BATTERI SU MARTE?
E' un altro piccolo passo che potrebbe rivelarsi interessante per la ricerca della vita su
Marte. Uno strumento imbarcato sulla sonda Mars Express dell'Esa europea ha rilevato che
nell'atmosfera del pianeta rosso, al di sopra di tre grandi regioni della fascia
equatoriale (Arabia Terra, Elysium Planum e Arcadia-Mnemonia), vapore acqueo e metano
coesistono in dosi rilevanti. Interessante è notare che in corrispondenza di queste zone,
nel sottosuolo la sonda Odissey della Nasa ha scoperto nel recente passato anche la
presenza di ghiaccio d'acqua. Un legame sembra unire i tre elementi del puzzle, già noti,
prospettando ora conclusioni importanti e ipotesi intriganti.
"Nelle aree scandagliate abbiamo misurato una concentrazione di vapore acqueo tre
volte più elevata rispetto all'alta atmosfera dove invece è ben distribuito e uniforme -
spiega Vittorio Formisano, dell'Istituto di fisica dello spazio interplanetario dell'Inaf
e responsabile dello spettrometro Pfs raccoglitore dei dati -. Altrettanto dicasi per il
metano e ciò fa supporre una sorgente comune". Gli scienziati si sono chiesti
immediatamente quale fosse la provenienza e due sono le ipotesi che finora riescono a
formulare. "La prima è un'origine idrotermale - precisa Formisano -. I gas emessi da
una sorgente liquida proveniente dalle profondità per effetto del calore sprigionato da
qualche sorgente geotermica, sono inglobati nel ghiaccio che si forma appena il liquido si
avvicina alla superficie dove la temperatura è diverse decine di gradi sotto lo zero.
Però nelle zone equatoriali, a causa delle temperature relativamente più elevate le sue
condizioni non sono stabili, per
cui il ghiaccio sublima e i gas finiscono nell'atmosfera". Secondo le riprese
effettuate dagli occhi elettronici della sonda americana Odissey a partire dal maggio 2002
il ghiaccio d'acqua si troverebbe a circa una trentina di centimetri al di sotto del
materiale secco e rossastro che ricopre la superficie, in una forma chiamata permafrost,
che è un miscuglio solido di ghiaccio e terriccio.
"La seconda ipotesi per spiegare le alte concentrazioni di metano - prosegue
Formisano - è di natura biologica. In questo caso si suppone che sotto lo strato
ghiacciato dove l'acqua è ancora liquida possano esistere forme di vita capaci di
sopravvivere in quelle condizioni ambientali estreme generando attraverso la loro
digestione, appunto, il metano". I risultati sono stati presentati al convegno
dell'Agenzia Spaziale Italiana in corso a Ischia dedicato ad un esame delle missioni di
esplorazione marziana. "Il passo successivo lo compirà il radar Marsis anch'esso
nato in Italia e sempre imbarcato sulla sonda europea Mars Express - commenta Simona Di
Pippo responsabile in Asi dell'Osservazione dell'Universo - Esso ha la capacità di
scoprire eventuali laghi nascosti nel sottosuolo".
La sua attivazione è prevista all'inizio dell'anno prossimo, una volta completate le
simulazioni per togliere il sospetto che la sua apertura (sono due aste lunghe venti
metri) possa squilibrare la sonda e disturbare le altre osservazioni. Una parola ancora
più precisa la potrà in seguito dire il radar Sharad sempre fornito dall'Asi italiana
che sarà imbarcato su una prossima missione della Nasa.
"Naturalmente conferme certe a favore di una delle due ipotesi si potranno avere solo
con la raccolta di campioni di permafrost da parte di una sonda robotizzata - aggiunge
Formisano -. Ma intanto abbiamo davanti un'altra sfida interessante e riguarda
l'identificazione della natura delle molecole di altri gas scoperti nell'atmosfera".
Diverse, infatti, ne sono state segnalate dagli strumenti ed ora si dovranno studiare
quelle definite "bandiera", cioè capaci di portare informazioni utili alla
conferma della vita. Questo sarà il lavoro che impegnerà di nuovo lo spettrometro
italiano nella primavera prossima.
Fonte: Articolo di Giovanni Caprara sul Corriere della sera 21-9-04.
ALIENI IN SARDEGNA?
Da L'Unione Sarda del 15-9-04 - "Una storia di 35 anni fa accaduta vicino ad Oristano
ed ancora piena di mistero. Tre luminosi alieni incontrati sulla Carlo Felice. Non parla
con chiunque delle vicende che le sono capitate nel mese di agosto di 35 anni fa.
Costituiscono un segreto che rivela con ricchi particolari solo a chi è interessato a
fenomeni inspiegati. La signora Aurora D. (il cognome non è il caso di citarlo per
rispetto della privacy) non è uscita indenne da un esperienza tremenda. Ancora oggi sulla
pelle delle braccia e delle gambe sono visibili strane pustole. I medici non sono riusciti
a venirne a capo e a curarla. O meglio, le diagnosi e le terapie sono state sempre diverse
e inefficaci. Oggi Aurora D. ha 68 anni e rivela un'energia insolita. La sua storia dai
risvolti inquietanti somiglia a quelle viste nella serie televisiva X-Files. Che le
successe nell'estate del 1969, mentre da Sassari si dirigeva verso Cagliari in auto col
marito (al volante) e i due figli, un maschio e una femmina, nel sedile posteriore? Ecco
cosa racconta: "eravamo arrivati all'altezza di Oristano, quando io e mia figlia
vedemmo tre strane figure luminose ai bordi della strada. Stavano alla nostra destra,
perciò le abbiamo notate solo noi due. Era all'incirca mezzanotte e un quel tratto di
strada non c'erano lampioni". Ecco il seguito del suo racconto: "Ho gridato a
mio marito di accelerare e non fermarsi, mentre quelle tre figure ci facevano cenno di
arrestare la macchina. Siamo arrivati a Cagliari felici per avere evitato un grave
pericolo. Ma poco dopo nel mio corpo sono comparse delle pustole e sentivo un tale calore
che dovevo immergermi in una vasca d'acqua fresca. Mia figlia a quattordici anni ha
iniziato a vomitare e poi è morta per una cisti ovarica. Diversi anni dopo mio marito è
morto di cancro ai polmoni, mentre mio figlio ha avuto un tumore al colon (che gli è
stato asportato)". In un primo momento o la signora Aurora D. Non ha collegato tutti
questi disturbi
all'apparizione dei tre omini luminosi e alle radiazioni che sprigionavano. Era come se
emettessero un forte bagliore che li rendeva ben visibili in una strada completamente
buia. Lei è riuscita anche a coglierne, sia pure fugacemente, le caratteristiche
principali. Al riguardo dice: "Avevano come delle tutte bianche, gli occhi a mandorla
e un espressione molto seria. Somigliavano agli alieni di certi film americani. In quel
periodo non sapevo niente di ufologia, poi ho preso contatti con persone che se ne
occupano. E ho capito molte cose".
Anni prima un'esperienza del genere fu fatta dalla madre della signora Aurora D. La donna
era alla finestra e vide degli esseri luminosi che le dissero di rientrare subito in casa.
Lei obbedì e dopo qualche giorno sulla sua pelle comparvero macchie simili a quelle che
poi ebbe sua figlia, dopo l'incontro con i tre misteriosi personaggi fermi sul bordo della
Carlo Felice. "Mia madre fece molte cure - dice la signora Aurora D. - ma furono
inutili. Se i medici fallirono, riuscì a guarirla con delle erbe un operatore della
medicina popolare. Mia madre ebbe delle visioni di strani esseri anche all'interno della
sua casa. Ma non collegò queste figure a possibili abitanti di altri pianeti. Una volta
cercarono di farla cadere dalle scale. Comunque è vissuta fino a 86 anni e non perse mai
la sua lucidità, neanche in punto di morte". L'insolita disavventura della signora
Aurora D. ha ancora delle zone d'ombra. Potrebbero essere dissolte con un'ipnosi
regressiva, alla quale si sono sottoposte persone che hanno fatto un'esperienza analoga
alla sua per ricordare particolari che ha dimenticato. Ma lei non può sottoporsi a questa
pratica, perché soffre di disturbi cardiaci. Ad esempio non ricorda il punto esatto della
strada Oristano-Cagliari in cui è avvenuto l'incontro con quelle tre figure
fosforescenti. Gli altri dettagli che le sono rimasti impressi nella memoria? In quel
punto non c'erano case e non passavano macchine. Che non si tratti di un'allucinazione è
lei stessa a ribadirlo: "Io e mia figlia abbiamo visto entrambe la stessa scena,
nello stesso momento; e abbiamo reagito nello stesso modo, chiedendo a mio marito di
allontanarsi da quel punto della strada a grande velocità. A differenza di quanto è
successo a mia madre, che ha incontrato diverse volte quegli esseri, a me non è mai
successo di vederli. Erano diversi da noi, anche se avevano una testa e un corpi con
braccia e gambe". Il caso della signora Aurora D. somiglia a quelli di altri
contattisti.
Quanto alle radiazioni che avrebbero provocato disturbi gravi a lei e negli altri
familiari c'e' da dire che sono segnalate in vari manuali o opuscoli (di enti militari o
pubblici) che suggeriscono cosa fare in caso di contatto con aeromobili di origine aliena
o con i loro occupanti.Negli ultimi anni in Sardegna di questi incontri ce ne sono stati
parecchi, segnalati dalla stampa e ampiamente trattati nelle riviste specialistiche. Da
Villaspeciosa a Carbonia, da Oristano a Santadi (oltre che in prossimità di basi
militari) sono successe storie simili a quelle raccontata dalla signora Aurora D. Crederci
o no? In proposito ci sono pareri agli antipodi".
Per contattare il CUN o segnalare avvistamenti UFO: vladimiro@cun-italia.net , alliss@tin.it
La Rete - aperiodico telematico realizzato da Alfredo Lissoni per il Centro Ufologico
Nazionale; anno 7 n. 471 29-09-2004.
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