LENTI A CONTATTO ALIENE

 

 

Studio approfondito sulle caratteristiche e le possibili funzioni delle membrane oculari della creatura nel "Santilli Footage".

di Luciano Pederzoli

Queste considerazioni si riferiscono alla ormai famosa autopsia dell'alieno del Santilli Footage, riportata anche nella videocassetta Autopsie di alieni - Volume 1, da UFO Dossier X di Fabbri Video ed in particolare ai pochi secondi durante i quali l'addetto all'autopsia si occupa degli occhi dell'alieno, togliendo le due membrane scure che li ricoprono. Poiché sono miope ed uso quotidianamente lenti a contatto ormai da 35 anni, mi sono naturalmente interessato a tale particolare ed ho esaminato con molta attenzione per decine di volte la fase dell'autopsia che riguarda gli occhi (circa 34 secondi). Essa inizia con un'inquadratura del viso, nella quale si notano chiaramente i grandi occhi scuri dell'alieno. Ad una prima occhiata sembrerebbero mostrare la sola pupilla, ma un riflesso di luce sull'occhio sinistro fa notare un ampio e dolce corrugamento incurvato verso l'alto presente nella superficie dell'occhio, tale da ricordare il comportamento di una lente a contatto morbida, aderente all'occhio e capace di adattarsi alla sua superficie tanto da evidenziare la leggera sporgenza che la cornea ha rispetto alla sclera; la sporgenza Ë di forma circolare come la cornea stessa. L'occhio appare molto grande rispetto a quello umano e, se il corrugamento fosse dovuto alla cornea, anch'essa dovrebbe essere decisamente grande. Quando viene tolta la membrana scura che ricopre l'occhio sinistro appare chiaro che la cornea sottostante, effettivamente molto grande, possiede forma e dimensioni corrispondenti a quelle del corrugamento, a conferma della morbidezza e dell'adattabilità della membrana scura. Durante l'asportazione si nota la sporgenza della cornea anche nell'occhio destro. Nel 1947 le lenti a contatto, ed a maggior ragione quelle morbide, non erano ancora state inventate ed appare molto improbabile che siano state realizzate appositamente, in modo così realistico, per simulare l'autopsia di un essere alieno: mi sembra che si tratti di un’ulteriore conferma della realtà del fatto. Quando vengono asportate le due membrane scure che ricoprono gli occhi, si nota che hanno un certo spessore, valutabile almeno in alcuni decimi di millimetro, comunque molto maggiore rispetto a quello delle attuali lenti a contatto morbide e, soprattutto, appare evidente che non solo non sono circolari, ma anzi si adattano perfettamente alla forma a mandorla dell'occhio. Apparentemente il chirurgo nota la loro presenza proprio a causa di una non perfetta aderenza del bordo della membrana sinistra con quello dell'occhio in corrispondenza della congiuntiva, sul lato sinistro dell'occhio stesso.

Le membrane sono lucide e questo potrebbe significare che possiedono una superficie compatta ed impermeabile, oppure che sono porose e fanno affiorare il liquido lacrimale, che quindi le ricopre ed appare lucido. E' più convincente la seconda ipotesi, perché un probabile affioramento casuale di liquido lacrimale opacizzerebbe le membrane rendendole inutilizzabili, se queste avessero la superficie compatta ed impermeabile. Non sembra che i bordi delle membrane siano assottigliati, anzi essi appaiono eventualmente solo smussati, ma di spessore simile a quello del resto della membrana. La forma corrispondente a quella dell'occhio ed il bordo di spessore relativamente elevato rendono poco credibile l'ipotesi che gli occhi siano dotati di palpebre capaci di chiudersi come le nostre: dovrebbe trattarsi di occhi sempre aperti. La pulizia della cornea potrebbe essere affidata alla sola lacrimazione, perché anche una membrana nittitante (come la terza palpebra dei gufi, ad esempio) incontrerebbe un ostacolo nel bordo netto della membrana artificiale e darebbe fastidio, oppure provocherebbe il distacco di quest'ultima.

Non è detto che un occhio del tipo ora ipotizzato sia adatto solamente per ambienti privi di particelle in sospensione nell'aria, perché esistono esempi di animali terrestri che affidano la pulizia della cornea solamente ad una abbondante lacrimazione.

Le pupille sono molto ampie rispetto alle dimensioni dell'occhio e ciò significa che dovrebbero essere adatte per ambienti poco luminosi. Sarebbe interessante sapere, ma non Ë possibile dedurlo dal filmato, se la retina è a specchio, come in molti animali notturni terrestri, per sfruttare meglio la poca luce di un ambiente oscuro (con scarsa luce gli occhi apparirebbero luminosi come quelli dei gatti).

Mentre le membrane scure vengono trasferite dagli occhi alla vaschetta di raccolta, sono appese ad un paio di pinzette ed i movimenti che subiscono durante il distacco da queste ultime rivelano chiaramente la loro estrema morbidezza ed una notevole flessibilità, tanto da ricordare la consistenza di un materiale gelatinoso. Ciò risulterebbe coerente con l'ipotesi di una membrana sovrapposta all'occhio e trattenuta in posizione sia dalla tensione superficiale del liquido lacrimale, che dai bordi fissi dell'occhio stesso. Dopo l'asportazione delle membrane, si possono vedere chiaramente le pupille, grandi, circolari e rivolte verso l'alto. Normalmente, per una corretta visione esse dovrebbero essere rivolte in avanti, cioè assumere una posizione differente da quella nella quale appaiono nel filmato. Se le membrane scure che le ricoprono fossero fisse rispetto al bordo dell'occhio, le cornee dovrebbero muoversi sotto di esse e, per evitare lesioni alle cornee stesse, le membrane dovrebbero appunto avere una consistenza gelatinosa ed essere ampiamente lubrificate, oltre che prive di granelli di polvere nella parte a contatto con l'occhio. I bordi spessi delle membrane servirebbero quindi a mantenerle ferme mentre le pupille si muovono. Una volta depositate nella vaschetta, le membrane galleggiano, ma sono rivolte con la concavità verso l'alto; ci si chiede, quindi, se esse abbiano una densità minore di quella del liquido nella vaschetta oppure no. E' chiaro, tuttavia, che esse vengono gettate nel liquido in modo casuale, infatti il chirurgo deve scuotere le pinzette per staccare le membrane e ciò rafforza l'ipotesi che esse siano ricoperte di liquido lacrimale ed abbiano consistenza gelatinosa. Si nota anche che, cadendo, esse entrano di costa nel liquido della vaschetta e questo le bagna completamente, ma alla fine le membrane assumono una posizione a barca con la concavità in su. Per tornare a galla e disporsi in quel modo dovrebbero avere densità minore di quella del liquido su cui galleggiano e, una volta a galla, ne conterrebbero un po' nella loro concavità, ma soprattutto per mantenere il centro di spinta al di sopra del centro di gravità e spostato verso il bordo anche in immersione dovrebbero avere i bordi più leggeri del centro, cioè più spessi, se la densità della lente Ë costante su tutta la sua superficie. Non si sa di quale liquido si tratti, anche se probabilmente Ë soluzione fisiologica, quindi non Ë possibile trarre ulteriori conclusioni riguardo al materiale che compone le membrane, se non che Ë piuttosto leggero, probabilmente poroso e quasi certamente tecnologicamente inaccessibile nell'anno 1947. Rimane qualche dubbio sul fatto che gli occhi siano sempre aperti, più che altro per una specie di risvolto della pelle al di sopra degli occhi stessi, che ricorda una palpebra, ma le considerazioni già esposte rendono più probabile che si tratti solo di un accenno di palpebra non (o non più) funzionante. Nell'inquadratura in cui il chirurgo ha già tolto la membrana sinistra e sta per metterla nella vaschetta, appare con sufficiente chiarezza un bordo chiaro intorno alla pupilla. Si tratta indubbiamente dell'iride, che circonda la pupilla, circolare e molto dilatata. La presenza dell'iride è del tutto prevedibile ed Ë confermata anche dalle inquadrature successive. Gli occhi dell'alieno appaiono, infatti, strutturalmente molto simili ai nostri e l'iride Ë indispensabile per limitare la quantità di luce che raggiunge la retina in condizioni di forte illuminazione. Un’ulteriore e tecnicamente inevitabile somiglianza con i nostri occhi, risiede nel fatto che anche quelli dell'alieno sono frontali e mobili, cioè dispongono delle due caratteristiche necessarie per una corretta visione stereoscopica, senza la quale l'uso raffinato delle mani sarebbe impossibile ed il cervello non si svilupperebbe fino a livelli superiori. Rimane l'ultima domanda: a cosa servono le membrane scure sugli occhi dell'alieno?

Il fatto che siano scure significa che sono poco trasparenti alla luce visibile, ma non sappiamo se, invece, esse siano trasparenti ai raggi infrarossi e/o a quelli ultravioletti, perché in luce visibile non si noterebbe alcuna differenza. L'attenuazione della luce visibile Ë coerente con il probabile adattamento degli occhi a condizioni di scarsa illuminazione, pur mantenendo inalterata un’eventuale sensibilità dell'occhio alle lunghezze d'onda per noi invisibili.

La funzione protettiva di tipo meccanico è ovvia e potrebbe essere giustificata, eventualmente, da una particolare sensibilità dell'occhio alieno ad agenti irritanti presenti nella nostra atmosfera.

Infine, se l'osservazione sul galleggiamento delle membrane in precedenza esposta è corretta, queste sarebbero più spesse sui bordi che al centro, cioè sarebbero vere e proprie lenti da miope. Abbiamo a che fare con un alieno miope? Serve questo tipo di correzione per adattarsi al nostro ambiente? Oppure semplicemente le membrane hanno spessore costante e non servono per correggere la lunghezza focale dell'occhio? Con i pochi dati a disposizione è impossibile dare una risposta certa. Sintetizzando quanto esposto, si ricava la seguente tabella:

CERTEZZE

OCCHI

MEMBRANE

Grandi e dotati di liquido lacrimale Scure (attenuano la luce visibile)
Mobili e adatti alla visione stereoscopica Morbidissime e gelatinose
Dotati di iride con pupilla circolare Ricopiano la forma dell'occhio
Adatti alla visione con scarsa luce Spessore relativamente elevato
  Densità piuttosto bassa

PROBABILITA'

OCCHI

MEMBRANE

Senza palpebre (sempre aperti) Porose
  Bordi non assottigliati

POSSIBILITA

OCCHI

MEMBRANE

Pulizia affidata alla sola lacrimazione Spessore al centro minore che ai bordi
Assenza di una membrana nittitante Trasparenza IR e/o UV

GLOSSARIO

Sclera : è il cosiddetto bianco dell'occhio

Cornea: è la parte trasparente della sclera, sopra ad iride e pupilla

Iride: è la parte colorata dell'occhio. Circonda la pupilla

Pupilla: è un foro al centro dell'iride, attraverso il quale la luce entra nell'occhio

 

Ing. Luciano Pederzoli†: via dei Ricci, 22 - 50023 Impruneta - Firenze - Tel. 055-208431

Indietro